Quante volte sentiamo dire: “Tranquillo, ho tutto sul cloud!” Oppure, quando si propone una soluzione di backup, al momento del prezzo (anche quando è basso), la risposta è quasi sempre: “No, adesso no, ci penso, tanto non credo che…”
Poi arriva il giorno fatidico: il telefono smette di funzionare, i servizi Google (o chi per esso) sono down, il computer decide di non accendersi più, oppure il disco esterno cade a terra. Ed è in quel momento che iniziano i pianti e le chiamate disperate: “Ho perso tutto, devi aiutarmi!”
La risposta è quasi sempre la stessa:
- Non faccio miracoli.
- Il recupero dati spesso ha costi elevati, soprattutto in caso di hard disk danneggiati.
- Le ore trascorse a “grattare” i dati cancellati non sono gratuite e, peggio ancora, non garantiscono il successo dell’operazione.
- Te lo avevo detto
In ogni caso, il processo richiede molto tempo e, se sei un’azienda, la tua operatività ne risentirà. Se si tratta di documenti personali, foto e file importanti, dovrai comunque armarti di pazienza prima di riaverli, sempre ammesso che sia possibile recuperarli.
Il backup esiste proprio per evitare queste scene drammatiche.
Cos’è il backup (per davvero)
Fare il backup significa semplicemente fare una copia dei dati importanti, in modo che, se succede qualcosa, tu abbia sempre un’altra copia da recuperare.
Non basta spostare i file su una chiavetta USB o pensare che Google Drive salvi tutto per sempre. Quella non è vera sicurezza, è falsa sicurezza.

Perché non possiamo fidarci solo del cloud?
I servizi cloud (tipo Google Drive, Dropbox, iCloud…) sono comodi, ma non infallibili:
Un account può essere bloccato o hackerato (cioè, qualcuno potrebbe riuscire ad accedervi senza il tuo permesso).
I dati possono essere cancellati per errore (e spesso è l’utente stesso a farlo involontariamente).
Non sempre sono pensati per il backup completo (sistemi operativi, configurazioni, ecc.)
- La privacy? Siamo del tutto sicuro che venga rispettata?
Il cloud è un ottimo supporto, ma non deve mai essere l’unica copia dei tuoi dati importanti.
Le regole base del backup
La parola di oggi è “Ridondanza“.
Cosa intendo, più copie dello stesso backup su dispositivi diversi.
Ora, concedimi una confessione divertente. Hai mai sentito dire che i cuochi, a casa, non cucinano piatti gourmet? Ecco, io -tecnico informatico- ho fatto la mia figuraccia: per anni ho gestito backup in modo superficiale. Poco tempo per me, poca voglia, e alla fine… l’ho combinata grossa.
Perché non bisogna fidarsi ciecamente dei servizi cloud di terzi? Te lo spiego con un disastro personale. Con Google Takeout (Google Foto), ho esportato più di 50 GB di foto, convinto che tutto fosse al sicuro. Risultato? Album scombinati, alcuni senza nome, altri del tutto mancanti. Ho perso ricordi preziosi perché il sistema non ha rispettato le opzioni selezionate.
Per buona abitudine, ORA, uso un NAS su cui copio i dati o i backup automatizzati dei vari dispositivi, allo stesso NAS ho collegato un Hard Disk esterno, su cui vengono effettuati i backup ogni 24 ore, e ovviamente c’è la copia originale che è sui dispositivi stessi. In alcuni casi, tipo i miei computer da lavoro, hanno un secondo (a volte anche un terzo) hard disk interno, su cui replico le cartelle importanti.
Non è complicato, serve solo un po’ di organizzazione, metodo e investirci del tempo (e dei soldi), per iniziare ma, ne vale la pena!
Vuoi un consiglio? Non lasciare che un colosso tecnologico ti tenga al guinzaglio. Un backup personalizzato, fatto bene, è la tua vera garanzia contro perdite irreparabili e soprattutto mantieni la tua privacy.

Backup locale: disco esterno o NAS
Un disco esterno USB è il metodo più semplice e immediato: colleghi, copi, fatto.
Il problema? Se quel disco si rompe o viene perso, torni punto e a capo.
Ecco perché molti preferiscono un NAS (Network Attached Storage, ovvero un piccolo server casalingo sempre acceso). Ti permette di:
Avere backup automatici
Archiviare file in sicurezza
Accedere ai dati anche da altri dispositivi in casa e fuori
Se configurato bene, un NAS diventa un mini cloud privato sotto il tuo completo controllo. Alcuni di questi, eseguono controlli dello stato di salute dei supporti di archiviazione in modo ciclico e, se dovessero presentarsi dei problemi su uno di questi supporti, vieni avvisato e quindi, puoi correre ai ripari.
Ricordo che per una realtà piccola, come un piccolo ufficio, o privato, il NAS non deve avere meno di 2 dischi e messo in RAID 1 (copia a specchio di uno dei due hard disk, sul secondo).
E se qualcosa non funziona?
La verità è che il backup va pensato su misura:
Quanti dati hai?
Solo documenti o anche foto, video, email, configurazioni?
Solo un PC? Anche smartphone?
Quanto spesso vuoi aggiornare il backup?
Per questo consigliamo sempre di affidarsi a un tecnico, così il backup diventa davvero una sicurezza, non un altro potenziale problema.
Web-IT è a disposizione per aiutarti a progettare il tuo sistema di backup, sia per casa che per ufficio.